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Un sfida da raccogliere

Solitamente pensiamo che nella cura del cancro l’importante è affidarsi ai migliori specialisti o trovare i rimedi più efficaci, magari i più avanzati, gli ultimi che la ricerca ha sfornato. Queste cose sono importanti, ma forse ancora più importante è assicurarci un trattamento intelligente.

Una cura intelligente ha più probabilità di successo: forse vivremo più a lungo e vivremo meglio il tempo che abbiamo.

Se ci limitiamo a fare ciò che di solito si fa nei casi simili al nostro, la cura non è intelligente. È meccanica.

 

Ogni caso è particolare e in ogni momento della sua storia è particolare: il mio caso non è uguale ai casi di quelli che hanno il mio stesso cancro, il mio caso oggi non è uguale a quello di ieri e domani sarà ancora diverso. Ogni persona poi ha il suo vissuto di malattia, i suoi obiettivi, i suoi desideri, le cose che sopporta e che non sopporta.

Una cura intelligente è una cura molto personalizzata, fatta ragionando sulle caratteristiche del mio caso, sulla storia della mia malattia e sulla mia vita. Da quando il cancro compare si susseguono momenti in cui ci sono decisioni da prendere. Nessuna può essere considerata scontata. Ogni volta occorre scegliere personalizzando la scelta.

Per scegliere intelligentemente dobbiamo aver risposto intelligentemente ad alcune domande di fondo: che cos’è il cancro? come possiamo affrontarlo? che cosa vogliamo? che cosa ci aspettiamo di ottenere? Le risposte a queste domande non sono scontate e rispondere richiede conoscenza, razionalità, saggezza e umiltà. Ad esempio, molti pensano che il cancro sia un insieme di cellule impazzite, che si possono uccidere con “proiettili magici”, farmaci che le colpiscono selettivamente, simili agli antibiotici che fanno strage di batteri e ci hanno fatto ottenere straordinari risultati con le malattie infettive.

Ma la biologia del cancro dei giorni nostri dice che il cancro è altro. Somiglia a un organo, un po’ come il fegato o altri organi che abbiamo, fatto di tante cellule (non solo di quelle del cancro) e con un suo funzionamento. Solo che è un organo anarchico, non in armonia con il resto dell’organismo. Stando alla ricerca scientifica degli ultimi anni, è fortemente dubbio che la teoria del “proiettile magico”, che risale a Paul Ehrlich, famoso medico e scienziato tedesco dell’Ottocento, possa valere nel caso del cancro. Con i batteri abbiamo trovato “proiettili magici”, ma ci sono buone ragioni, serie e scientificamente fondate, per pensare che sia impossibile col cancro. In ogni caso allo stato attuale non disponiamo di questi “proiettili magici”.

Le domande “che cosa vogliamo?”, “che cosa ci aspettiamo?” ci trascinano in un dilemma. Lo riassumono bene Nicolas André e Eddy Pasquier: “seek and destroy or live and let live?” (cerca e distruggi o vivi e lascia vivere?). Il nostro obiettivo è eradicare il cancro, eliminarlo definitivamente dal nostro corpo  o ci sta bene che resti nel nostro corpo e ci viva, purché lasci vivere bene noi?

Intuitivamente pensiamo di dover eliminare definitivamente il cancro dal corpo. Lo pensiamo perché crediamo che avere in corpo un cancro significhi necessariamente essere malati. Non è così. È possibile che si crei una condizione di equilibrio, in cui il cancro c’è, ma è sotto controllo e noi stiamo bene, tanto da vivere in modo del tutto normale. Judah Folkman e Raghu Kalluri parlano di “cancer without disease” (cancro senza malattia).

Dobbiamo scegliere che cosa vogliamo, perché le strategie sono diverse. In un caso saremo il più possibile aggressivi, costi quel che costi. Nell’altro caso faremo azioni più delicate per tenere buono il cancro, circoscriverlo il più possibile ed evitare che s’incattivisca. Robert Gatenby usa l’immagine della potatura di un albero che cresce in modo aberrante. Non cerchiamo di sradicarlo, lo lasciamo lì, ma evitiamo che diventi una presenza problematica con i suoi rigogliosi rami.

Dietro una cura intelligente c’è una filosofia della cura consapevole e realista, che guida tutte le scelte che a ogni passo facciamo.

Una cura intelligente è preferibile, perché forse vivremo più a lungo e vivremo meglio il tempo che abbiamo. Ma come possiamo assicurarci un trattamento intelligente? 

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